Da A. Jodorowsky
La risposta è la domanda p.91-92 ed. Mondadori
Mullah aveva perso il suo asino. Attraversò tutto il bazar chiedendo ai passanti di aiutarlo. A che lo avesse ritrovato prometteva in ricompensa non solo l’animale, ma anche il basto e tutti i finimenti. La gente gli chiese perché si prendesse tanto disturbo per ritrovare il suo asino, se poi pensava di darlo via come ricompensa. «Ma voi» disse lui «non conoscete il piacere che si prova nel ritrovare le cose perdute?»
Ecco il commento, a questa breve storia, di Jodorowsky, con la sua semplicità e profondità.
«Io cerco il mio essere essenziale, il mio dio interiore, perché l’ho perduto. La nostra civiltà l’ha perduto. Se non vi piace l’espressione “dio interiore”, potete dire anima, inconscio, vera natura, essenza, quello che volete… Io ho lottato tutta la vira per ritrovarlo. Sapevo che, da qualche parte, doveva esserci qualcosa, una luce, dentro di me. Quando lo ritrovo, sono così felice di riavere quello che già possiedo che devo darlo via e dissolvermi nel mondo.
Tutto il lavoro spirituale ci porta al dono di noi stessi. Non esiste un solo essere realizzato che non sia dato al mondo, all’Universo.
Amare è ottenere per condividere. Quando amo, cerco amore. Quando lo trovo, lo condivido subito. Non lo condivido soltanto con la mia compagna, ma anche con la sua famiglia, con la famiglia che formeremo insieme, con gli amici eccetera. L’amore non condiviso non esiste. È nevrosi, egoismo, follia. Cerco l’amore a due per condividerlo ed essere una luce nel mondo.
Volevo soltanto formare una coppia ed ecco che mi sono ritrovato con cinque figli. Che sorpresa avere ed essere una famiglia! Non me ne pento, perché ogni figlio che è venuto al mondo mi ha aperto un po' di più il cuore, mi ha condotto al lavoro e all’angoscia, mi ha aiutato ad affrontare lo psicodramma di perdonare i miei genitori. Mi ha insegnato a scoprire l’amore e ad amare tutti.
Ogni essere che compare nella tua vita è una benedizione. Un gatto, una pianta, un amico, tutto! Un collaboratore, un dipendente, un maestro… che grande gioia!
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